Care tutti,
Sentieri migranti è il titolo del mio nuovo libro, che giusto questa settimana arriva in libreria. Il testo racconta cinque tracce, disseminate per l’intero arco alpino, lungo le quali muovono i propri passi le persone migranti irregolarizzate e in cerca di un futuro non ancora scritto.
Il racconto procede con una prima sezione d’inquadramento delle figure sociali, istituzionali e normative che fanno da sfondo al fatto migratorio contemporaneo. Segue un affondo sui sentieri (troverete le sole rotte note al pubblico, no spoiler per rispetto di quant* sono in cammino) e le storie che li hanno attraversati a partire dalle Primavere arabe, con qualche incursione in altre fughe, resistenze, vite informali.
Non è un buon momento per pubblicare? Il moto perpetuo dei corpi non si è fermato di fronte alla pandemia. Anche oggi è tempo di leggere, camminare e provare a comprendere le ragioni di chi è in cerca, a fronte della nocività di ogni inclusione differenziale, confine, dispositivo di contenzione.
Il testo è un oggetto spurio. Attraversa generi e registri, gioca col tempo e lo spazio della viandanza in poco meno di 200 pagine. Al solito contiene un sedicesimo di immagini a colori scattate “sulla via” dal sottoscritto, ed è disponibile sia in libreria che negli store online. Non lo trovate? Il mio suggerimento è quello di prenotarlo (arriva in fretta!) nella vostra libreria preferita, questo supporterà sia un piccolo esercizio di prossimità, che la distribuzione del libro. A titolo d’esempio a Milano dovrebbe esser disponibile in Isola Libri, Anarres, Les Mots, Linea d’Ombra tra le indipendenti, mentre nel circuito Feltrinelli (l’unico di cui ho i dati, non è una preferenza) sempre a Milano in Buenos Aires e Garibaldi; a Roma Orlando, Colonna, Eritrea, Argentina, Appia, Marconi; a Torino Lingotto e Stazioni. Se proprio proprio, proprio, scegliete lo store meno cattivo di altri. Se siete a Milano e ci conosciamo potete pure battere un colpo, ci organizziamo!
Questo è il quarto volume che pubblico con Mursia. Si conclude così una tetralogia cominciata sei anni fa con Sentieri proletari, l’omonimia dei titoli non è casuale, ed è passata per una storia di sport popolare legata a doppio filo a quella apeina. Nel 2018 è traghettata per un cammino storico oggi riscoperto con vocazione escursionistica, e si conclude con un ritorno quanto più distante da ogni forma di turismo (si, anche quello dolce) alla viandanza.
E poi? Se volete contattarmi per presentazioni (meglio in presenza ma pure online ci sto!), recensioni, qualsiasi altra cosa non mi venga in mente, potete farlo al mio indirizzo mail. o a quello dell’editore. Se volete suggerire alla vostra biblioteca di acquisirlo, sarà comunque un’idea valida. Se proprio non leggete, potete dare uno sguardo a Carteggio, prima di raggiungere l’ultima riga di questa pagina.
Spero davvero che il libro vi piaccia, vi faccia arrabbiare e ardere, e che abbiate piacere di spargere un po’ la voce attraverso le vostre relazioni sociali e social. Se non avete sprint creativi ma volete condividere questo articolo, l’ho segnalato su twitter, telegram, mastodon e facebook.
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