L’idea di partenza era quella di dar vita ad un contenitore pubblico di storie, sguardi, esperienze, interessanti. Tutta roba che non trovava posto in altre scatole collettive, o che non avrei potuto condividere con questo stile: nessun format, nessuna periodicità, nessuna pubblicità, nessuna durata predefinita, né filone tematico.
Di podcast è pieno il web, ce n’è di super professionali, di decisamente pop, e pure di semplici trasmissioni radiofoniche riproposte on demand. Il mio palinsesto quotidiano batte al ritmo di questa miscela di contenuti, suoni, voci. Ecco perché il podcast si rivelava istintivamente adeguato: sento il montato audio, i suoi tempi e i suoi rumori come il linguaggio più intimo e rispettoso, e al tempo stesso libero, per condividere saperi.
Carteggio si ascolta via feed rss (in aggregatori o app), lo trovate nei repository delle piattaforme commerciali (spoti, gugol, eppol..) e su canale telegram, dove volendo si può anche interagire nei commenti. Il tutto è stato reso possibile, gratuitamente, grazie ad Archive e al progetto OpenPod, dove potete inciampare in un tot di altri podcast in continua evoluzione. Proprio per via di questa scelta open nel software e nell’hosting, non ho che un’idea piuttosto vaga dei numeri che settimana dopo settimana facciamo in termini di ascolti, download, poco male. I feedback che arrivano spingono, ad oggi, ad andare avanti, e alcune micro radio vicine ai movimenti e alla sperimentazione web o AM, stanno già propagando le prime puntate nel loro flusso.
Quello che non vi chiedo: soldi, like, condivisioni, iscrizioni, campanelle, notifiche, mail, dati, account e via così. Se volete far girare la voce potete certamente farlo in autonomia e con più piacere. Quello che vi chiedo: io non vi chiedo nulla, se vi fa piacere interagire col progetto trovate i suoi riferimenti sul sito amonte.noblogs.org. Dal canto mio per disseminare ogni puntata aggiornerò sito, twitter e canale. Nulla di più, nulla di meno.
Dove facciamo rotta? Non ne ho idea. Non mi aspettavo Auroville, Bruce o un rave con arpa elettrica…si potrebbe arrivare insieme a 50, 100 puntate, o magari a 20. Per cominciare, con la consapevolezza che è difficile curare diverse amicizie, ma che i contatti e le relazioni sono una vera e propria miniera (di spunti e modi di affrontare la vita tra insoddisfazioni, slanci e ribellioni) ho aperto la mia rubrica telefonica. Non so fin dove mi accompagnerà con soddisfazione ma sino ad oggi, nonostante le ore di registrazione e poi montaggio, ho sempre riascoltato con piacere. Senza necessariamente empatizzare con ogni parola, eppure tenendo la porta aperta allo stupore, alla provocazione, all’evasione.
Ah, un’altra cosa. Le sigle sono rilasciate in licenza cc su freepd, di Kevin MacLeod. L’editing è fatto con audacity e le voci registrate via mumble o telefono in mixer. Credo sia tutto, niente spoiler sulle prossime puntate (piuttosto andate a recuperare altri pod autoprodotti negli anni..) ma, se vi restano curiosità, battete un colpo,
abo